03/02/14

Maledetti numeretti!

Dopo un'ora abbondante di To The Moon, che mi sono sembrate sei, mi sono arreso di fronte alla totale mancanza di gameplay. Per chi non lo sapesse, To the Moon è il quarto videogioco di Kan Gao, ma la prima vera produzione commerciale del suo team di sviluppo, la Freebird Games.  

Il gioco è stato realizzato con RPG Maker, un tool per creare giochi RPG dallo stile volutamente retrò. To The Moon, però, non è un RPG, ma un'avventura grafica. Un'avventura grafica che, a una storia complessa e commovente oppone un gameplay minimal, talmente minimal da risultare nullo, tanto che alcuni recensori lo paragonano più a una graphic novel animata (poco) più che a un videogioco: gli pseudo-enigmi e i sottogiochi, di una banalità disarmante, sembrano solo un pretesto per raccontare la storia del protagonista. Tanto che io mi sono andato a vedere come va a finire su youtube, saltando le parti di "gameplay".

A me le storie nei giochi piacciono. Sapere come la trama andrà avanti è spesso una spinta sufficiente a farmi proseguire anche quando il gameplay è ripetitivo, o non è il mio genere, e considero una bella trama un valore aggiunto notevole per qualsiasi titolo. A patto però che ci sia sempre qualche scelta da fare, qualche sfida, o che io possa in qualche modo contribuire alla storia.

Qua c'è una trama assolutamente non influenzabile da parte del giocatore, un gameplay che non offre né scelte né sfide. In pratica è come guardare un film fatto con RPG Maker, in cui oltretutto devi premere delle frecce per muovere i protagonisti verso locazioni ovvie: facessero tutto da soli sarebbe meglio. A causa del motore, non puoi nemmeno dire "almeno la grafica è bella". Per carità, a un sacco di gente il gioco è piaciuto, la storia in effetti è originale e toccante, ma proprio non mi ha preso, forse perché partivo da aspettative alte.


Dunque, un po' deluso, sono andato a dare il mio dislike su Steam, inserendo una sintesi di quanto detto poc'anzi. E veniamo al punto: il sistema di giudizio di Steam mi piace perché un giocatore può dire "mi è piaciuto" o "non mi è piaciuto" e perché. Niente numeri, niente stellette, niente palle colorate: solo un soggettivo sì o no e qualche riga di giudizio (che poi è la cosa importante). Inoltre, indica il numero di ore giocate. Il mio giudizio su To The Moon varrà in qualche modo meno dei giudizi di chi il gioco l'ha comunque finito prima di esprimersi.

Spesso invece sui siti di gaming (da tavolo o digitali) viene usato un sistema di valutazione che ricorda quello scolastico, in decimi, talvolta addirittura senza commenti obbligatori, e che da all'utente un'arma meravigliosa per esprimere giudizi inutili.

Perché inutili? Perché un giudizio su un gioco, lasciato su un sito di appassionati, è innanzitutto un'indicazione per altri utenti. La sua funzione è far capire se e perché un gioco ci è piaciuto.  Mentre un commento è chiaro, una scala decimale (magari non perfettamente definita nei valori) è uno strumento impreciso, che si presta più a fornire facili classifiche a cazzo di cane, anziché a dare un'indicazione valida per gli altri giocatori. Un commento posso analizzarlo, capire come la pensa il commentatore, valutarne eventualmente l'umore, i gusti, la profondità dell'analisi.

Il voto numerico è, inoltre, già un giudizio di per sé, tale che il commento potrebbe diventare superfluo, almeno nella mente del votante. Che ha perfettamente chiaro il senso di quel voto... solo che non è detto che la scala 1-10 venga vista da tutti nello stesso modo: c'è chi pensa che 10 sia un voto inassegnabile, perché equivale alla perfezione, e chi invece spara 10 mettendo dei 100 dentro a delle cluster bomb. Prendete BGG: ci sono dei 6 che sono "per me è ok" e dei 6 che sono di fatto stroncature (noterete anche come avrebbero perfettamente senso anche senza il numeretto), perché di fatto il commento esteso non è mai superfluo, ad essere superfluo è il numero.

Infine i numeri, soprattutto se in basso numero, si prestano a manipolazioni, a giochi matematici per alzare o abbassare la media e influenzare le classifiche. Non sono classifiche di vendita, in cui carta canta, sono classifiche di opinioni, e poter sparare con "pesi" diversi fornisce un modo facile per esaltare o affossare giochi graditi o sgraditi (lasciando perdere veri e propri casi eclatanti di voti farlocchi, arte in cui noi italiani siamo peraltro tristemente famosi, almeno su BGG).

Aggiungo una nota da autore: a me il confronto coi giocatori fa comodo, e molto, perché mi aiuta a migliorarmi. E se da un lato i complimenti fanno sempre piacere, dall'altro ricevere critiche costruttive o comunque ragionate è sicuramente più utile. Invece, beccarsi uno zero spaccato senza motivo, o partendo magari da regole male interpretate, è frustrante e inutile (chi lo affibbia non ci fa una bella figura, ma intanto il danno è fatto). Vale anche al contrario: a un 10 preferisco sempre una riga di mail di complimenti.
Poi, certo, le classifiche sono divertenti, e non vorrei che questo post apparisse più pesante del dovuto, vuol essere una riflessione su come alla fine ci sia modo e modo di fornire un servizio "informativo" agli altri utenti, per consigliare o meno un gioco anziché un altro. E se da un lato ci sono i forum, dove si discute e ci si confronta, ogni tanto fa piacere trovare siti di commenti e giudizi in cui i giochi sono trattati non come numeri, ma come esperienze.

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